Differenti per storia
La prima Cassa Rurale viene istituita da F.W. Raiffeisen ad Anhausen, nella valle del Reno. Attraverso l’erogazione del credito esclusivamente ai soci e l’applicazione di un tasso di interesse contenuto, la banca si propone di favorire gli investimenti e la modernizzazione del settore agricolo, caratterizzato dalla presenza di imprese di piccole e talvolta piccolissime dimensioni.
In Italia il Credito Cooperativo si prefigge fin dalle origini obiettivi di utilità sociale, rispondendo alla necessità di liberare le fasce più umili della popolazione dalla miseria e di contrastare l’usura. La prima Cassa Rurale, sul modello Raiffeisen, nasce il 20 giugno 1883 a Loreggia, in provincia di Padova, ad opera di Leone Wollemborg. Riunisce 32 soci fondatori, soprattutto contadini e piccoli proprietari terrieri.
Con l’emanazione nel 1891 dell’enciclica Rerum Novarum da parte di Leone XIII, che invita i cattolici a dare vita a forme di solidarietà tese a favorire lo sviluppo dei ceti rurali e del proletariato urbano, sorgono, e il primo ad avviarle è don Luigi Cerutti, le prime Casse Rurali di ispirazione cattolica. Nel 1897, dopo soli 15 anni dalla costituzione della prima banca, sono presenti ben 904 Casse Rurali, dislocate principalmente in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia. Di queste, 779 sono di matrice cattolica e 125 di ispirazione liberale.
Fin da subito, le Casse Rurali avvertono l’esigenza di fare sistema per valorizzare la cooperazione e favorire il raggiungimento di obiettivi che non potrebbero conseguire singolarmente. Nel 1909 viene fondata la Federazione delle Casse Rurali, che a sua volta promuove la costituzione di numerose Federazioni locali. Nei primi quindici anni del XX secolo la cooperazione continua a crescere, al pari di tutta l’economia italiana, dimostrando di essere un fenomeno destinato a consolidarsi. Sopravvive sia alla crisi economica che segue la prima guerra mondiale che alla politica del regime fascista. Quest’ultimo, infatti, la contrasta fortemente, determinandone un generale ridimensionamento: mentre nel 1922 raggiungono quota 3.540, scendono a 986 nel 1940 e a 804 nel 1947.
Inoltre, numerosi provvedimenti ne modificano le caratteristiche operative: nel 1928 vengono escluse dall’esercizio del credito federale agricolo; con le leggi del 1932- 1934 e con la Legge Bancaria del 1937 ne viene limitata l’attività al credito agrario e artigiano e viene prevista la possibilità di finanziare i non soci solo fino a un massimo del 40% del credito totale erogato. Nel 1936 infine viene istituito l’Ente Nazionale delle Casse Rurali Agrarie ed Enti Ausiliari.
Il Testo Unico Bancario del 1993 sancisce, in corrispondenza di un cambiamento nella denominazione - da Casse Rurali a Banche di Credito Cooperativo - il venir meno dei limiti di operatività: le BCC possono offrire tutti i servizi e i prodotti delle altre banche e possono estendere la compagine sociale a tutti coloro che operano o risiedono nel territorio di operatività, indipendentemente dalla professione che svolgono.
Negli anni Novanta, il Credito Cooperativo realizza un’importante razionalizzazione della propria struttura: nel 1995 diventa operativa Iccrea Holding, capogruppo del Gruppo Bancario Iccrea (cui fanno capo le “fabbriche” di prodotti e servizi), e dal 1999 si sta lavorando per attuare il disegno strategico di rendere il Credito Cooperativo un “sistema a rete” sempre più efficiente.